Laddove una protezione collettiva risulta inapplicabile, si interviene con l’utilizzo di dispositivi di protezioni individuali. Con l’acronimo DPI (si pronuncia in italiano senza storpiare la I finale) si generalizzano tutti quei dispositivi atti a ridurre o azzerare il rischio per il solo utilizzatore.
Nel caso del rischio caduta, i DPI sono classificati di 3^ categoria e vi è l’obbligo di formazione e addestramento per gli utilizzatori. Imbragature, cordini anticaduta o di posizionamento, retrattili, sono tutti DPI da utilizzare in combinazione tra di loro e tutti vincolati ad un ancoraggio.
Siderlavori si occupa di progettare il miglior sistema di ancoraggio in base alle necessità dell’operatore o morfologia della copertura, in accordo alla tipologia di struttura ospitante, offrendo oltre alla fornitura, la possibilità di installare e verificare l’ancoraggio o impianto anticaduta, con tecnici qualificati.
Quando si ha un insieme di ancoraggi si parla quindi di impianto anticaduta o linee vita.
Gli impianti anticaduta sono formati da ancoraggi rispondenti alle EN795:2002 (In Italia non è ancora stata recepita la EN795:2012) suddivisi nelle diverse classi di appartenenza.
Classe A: per gli ancoraggi puntuali omologati per l’uso da parte di un solo operatore, semplici ed economici hanno svariate forme e nella sotto classe A2 trovano ampio utilizzo nelle coperture inclinate in laterizio col nome popolare di “sottotegola”.
Classe B: sono tutti quegli ancoraggi portatili e temporanei da utilizzare in svariate situazione, ne è un esempio il treppiedi per operare all’interno di pozzetti o cisterne, o la barra da infissi da installarsi in assenza di una linea vita in copertura. Data la loro temporaneità nell’uso, non rientrano per definizione nel contesto di un impianto anticaduta.
Classe C: le linee vita per eccellenza, ovvero un sistema composto da supporti di diversa fattura e morfologia che sostengono un cavo flessibile orizzontale (massimo 15° di inclinazione), quasi sempre un cavo a trefoli metallici inox da 8 o 10mm, creando percorsi più o meno complessi. Questo tipo di sistemi permettono all’utilizzatore di muoversi lungo l’impianto con facilità, di contro hanno carichi elevati sui supporti, una freccia in caso di caduta che va a incrementare il tirante d’aria e nei modelli con passaggi intermedi interrotti, l’operatore è obbligato a utilizzare un doppio cordino (tutti gli impianti di Siderlavori hanno vincoli intermedi aperti per l’agevole passaggio dell’utilizzatore).
Classe D: classe regina per gli impianti anticaduta, la classe D racchiude tutte le linee orizzontali rigide, i così detti binari. Il loro utilizzo risulta fluido e omogeneo grazie al carrello scorrevole che permette il passaggio su tutti gli elementi del binario, curve comprese. In caso di caduta con l’utilizzo di un binario indeformabile non vi è l’aggravante della freccia e sono impianti particolarmente indicati per lavori a quote inferiori ai 4 metri (ad esempio manutenzione impianti su pullman, treni…) Trasmettono sollecitazioni ridotte rispetto alla classe C e trovano l’impiago ottimale nell’industria dove la frequenza nelle manutenzioni richiede impianti semplici e affidabili (carriponte, vie di corsa carriponte…)
Classe E: come per la classe B si tratta di ancoraggi per uso temporaneo e solo su superfici piane (solitamente non oltre i 5°). Sono anche chiamati ancoraggi a corpo morto in quanto la capacità di arresto è data dal solo attrito generato dal peso dell’ancoraggio sulla superficie di lavoro. Solitamente pesano tra i 350 kg e i 450 kg e possono essere assemblati in opera. L’uso e il posizionamento deve essere attentamente valutato date le ristrettezze del campo di impiego.
Per raggiungere la quota di lavoro dove questi impianti anticaduta sono spesso installati, si utilizzano scale di diversa fattura.
In Italia si possono utilizzare le scale a gabbia così come le scale con binario anticaduta integrato (art.113 lg.81).
Le prime si utilizzano senza DPI e la sicurezza (apparente) è data solo dalla gabbia che in caso di malore al quale corrisponda una perdita di coscienza, l’infortunato precipita lungo il condotto della gabbia con il rischio di traumi di diversa natura. In una scala con sistema anticaduta integrato in conformità alla norma EN 353-1 o 2 a seconda se la linea verticale sia rigida o flessibile, in caso di malore l’operatore rimane sospeso in quota grazie all’intervento del carrello scorrevole vincolato all’imbrago. Nessun trauma per l’infortunato e facilità di intervento e recupero per la squadra di soccorso.